I surfisti che sono vittime di un attacco di squalo non sono necessariamente risentiti. Mentre il riflesso e lo scemo primario è spesso quello di uccidere gli squali innocenti dopo un attacco, alcuni sostengono per la loro salvaguardia e la loro pesca sostenibile e per evitare l'inclusione del finning che consiste nel tagliare le pinne degli squali prima di rilasciarli. Questo è il messaggio "Save The Sharks" che i sopravvissuti di 9 degli attacchi di squalo 13 2010 dello scorso settembre hanno inviato alle Nazioni Unite durante una conferenza organizzata su iniziativa di Gruppo Pew Ambiente.
Tra questi, due surfisti francesi: Vincent Motais de Narbonne, ex vice campione della Francia di bodyboard, che è stato strappato via da uno squalo bulldog mentre era solo 15 anni sul posto di Ti'Paris vicino alla Pointe-du-Diable a Saint-Pierre Reunion in 2004. Yann Perras, Sarthois del windsurfeur, lo aveva attaccato a 2003 in Venezuela e gli era stato strappato il piede. Quest'ultimo disse: "Questo animale è, come noi, in cima alla catena alimentare. In nessuna circostanza possiamo accettare pratiche di pesca che minacciano l'equilibrio naturale dell'ambiente oceanico. "
Le altre vittime che vennero a testimoniare furono: Achmat Hassiem (Sudafrica), Paul de Gelder (Australia), James Elliott (Regno Unito) e gli americani Debbie Salamone (Florida), Chuck Anderson (Alabama), Mike Coots (Hawaii) e Krishna Thompson (New York).
4 commentaires
Per favore, smettila di comportarti come bambini cattivi! Da quando chiediamo di non dare il pane alle carpe e ad altri amici acquatici, fa molto male alla loro salute. Basta un po 'di pazienza, buon senso e vedrai queste famose carpe.
Ma è vero che anche il tuo non è male:
Diciamo che è piuttosto incoraggiante vedere che è prodotto a Hong Kong e non dagli europei per gli europei ...
Diciamo che per effetto farfalla il calo della domanda potrebbe limitare il massacro… È davvero incoraggiante vedere comunicare in questo modo chi orchestra il genocidio degli squali. Ma è una spada nell'acqua purtroppo ... raggiungere il consumatore va bene ma bisogna attaccare i pescatori, gli intermediari, gli sponsor insomma tutti quelli che si arricchiscono sulle spalle degli squali.