SHARK: ESENZIONI UE FINITE

L'Unione europea ha deciso lunedì di porre fine a tutte le esenzioni che ancora consentivano, su alcune navi europee, di tagliare le pinne degli squali a bordo dei pescherecci per poi rigettare in mare gli animali ancora vivi. I ministri europei dell'agricoltura, riuniti a Bruxelles, hanno approvato una proposta della Commissione europea che chiedeva la fine delle esenzioni. Il Parlamento europeo deve ancora dare la sua approvazione per finalizzare questo accordo.

PRIMA DI QUESTO CONTRATTO

Nel 2003 l'UE ha vietato il finning nel regolamento (CE) n. 1185/2003, ma le lacune hanno influito sulla sua efficacia e hanno dato un cattivo esempio per altri paesi e per le politiche internazionali. In effetti, il divieto di finning dell'UE è stato tra i più flessibili al mondo. Più specificamente, mentre il regolamento proibiva in genere la rimozione delle pinne di squalo a bordo dei pescherecci, l'articolo 4 autorizzava le deroghe mediante "permessi di pesca speciali" concessi dagli Stati membri.

I pescatori delle navi autorizzate potrebbero rimuovere le pinne di squalo se conservassero la carcassa. Viene quindi utilizzato un limite al rapporto in peso tra pinne e carcasse per determinare se le pinne e le carcasse così sbarcate sono in proporzioni corrette. Il rapporto in peso tra pinne e carcasse stabilito dall'UE è fissato al 5% del peso totale dello squalo. È impossibile misurare questo limite proprio perché lo squalo non è più intero durante queste ispezioni, ma è "preparato" (cioè dopo che le sue pinne sono state rimosse e conservate separatamente e la sua testa e i visceri sono stati generalmente gettati in mare).

Inoltre, questo rapporto è circa il doppio del rapporto di peso utilizzato in Canada e in molti altri paesi (5% del peso "preparato" di uno squalo). Inoltre, i pescatori in possesso di "permessi di pesca speciali" possono sbarcare pinne e carcasse in momenti diversi in porti diversi. Questi permessi speciali dovevano essere eccezioni, ma sono diventati la regola: la Spagna e il Portogallo li rilasciano alla maggior parte dei loro pescherecci pelagici.